Mostra 1978 – Mario Benedettini

Le diverse e più svariate forme che un pittore traccia col suo pennello,
imbevuto di un non casuale colore su una tela, non possono essere ridotte ad
un semplice sfoggio dell’abilità artistica acquisita. Tali rappresentazioni diventano ” voce” di gioie, di passioni, di stati d’animo, di paure, di angoscie, di ricerca più o meno conscia dell’ artista.

Questa io credo che sia l’ottica con cui porsi di fronte ai quadri di Franco La Maida. Un tema di fondo che caratterizza, a mio parere, le opere del pittore e una solitudine esistenziale. Alcuni suoi quadri fanno percepire il desiderio, la volontà e la difficoltà di intraprendere e di instaurare rapporti con gli altri uomini, i quali rimangono distratti, inerti e lontani da lui. Il pittore non sempre vive la propria solitudine in un modo drammatico, anzi a volte riesce in essa a trovare momenti di profonda pace interiore, di ciò sono testimoni i suoi colori così pacati.

Un’ altra sua caratteristica peculiare è la ricerca e la propensione verso qualcosa o qualcuno che liberi l’uomo dalla sua contraddizione, dalle sue inquietudini.

Questo qualcosa è l’infinito in contrapposizione a tutto ciò che e determinato e limitato e questo qualcuno e il crocefisso e iI Risorto, temi ricorrenti nei suoi quadri. Credo che non sia casuale lo sguardo del pittore al Sofferente, segno delle proprie contraddizioni e alla Resurrezione, dove il limite umano e vinto. L esperienza personale dell’artista si confonde con l’esperienza del genere umano, la sua sensibilità diviene espressione di domande e di inquietudini di ogni uomo.

Dott.re Mario Benedettini (Sociologo)

Mostra anno 1978